Market lovers - Gianni e le rose
Come si diventa floricoltore, come si converte un’azienda agricola in un tempio per le rose, come si combatte l’incertezza del tempo, dei parassiti, dell’acquisto online sfrenato, delle rose statiche?
Gianni ha ereditato l’azienda floricola a Cerveteri a due passi dal mare, in provincia di Roma, dai suoi nonni, Giuseppe Seri e Oliva Pennesi. Una famiglia originaria delle Marche che nel 1953, da Manziana si sposta a Cerveteri quando ottiene una terra assegnata loro dall’ente Maremma. Sono gli anni difficili del dopoguerra, Giuseppe e Oliva mettono in piedi la produzione di frutta e ortaggi e già a quell’epoca di fiori, limitandosi però solo alla produzione di garofani.
Il papà di Gianni, Adriano nato ancora a Manziana, e poi la mamma Maria Miolo di Maccarese, portano avanti il progetto di famiglia. “Ricordo che da bambino davo già una mano insieme a tutti i miei cuginetti– ci confida Gianni – io ero uno dei più piccoli e ricordo queste distese di garofani. Un po’ giocavo, un po’ aiutavo: ogni garofano andava rimesso dentro la sua casella, poi andavano sfoltiti i boccioletti, perché il garofano ne fa tanti ma tu devi lasciarne uno solo. Oppure toglievo l’erba tra una pianta e l’altra, ma era più il tempo che giocavo che quello che lavoravo. Mi piaceva stare lì insieme a mio fratello e ai cugini più grandi”.
L’azienda passa a suo nome nel 1994, insieme alla moglie Valentina e poi alle figlie Camilla, nata nel 2002, e Frida nel 2007, Le rose di Gianni diventano una vera istituzione. Oggi Gianni e i suoi fiori li puoi trovare il martedì e il venerdì sempre, e qualche volta il giovedì, al mercato all’ingrosso dei fiori e delle piante che da Prati è stato “deportato” a via Palmiro Togliati con grandi polemiche, e poi il sabato e la domenica al mercato dei contadini di Campagna Amica a Circo Massimo.
La sua azienda vanta cinquantamila piante di rose di varietà diversissime, ma anche ventimila, trentamila piante di ranuncoli che vengono piantati tutti gli anni, gli anemoni, le camomille, le mimose, le peonie, le fresie. In una mattina di aprile, camminando con lui sotto le sue serre, tra le file delle rose ho imparato, tra le altre cose: che i fiori che profumano di più durano di meno; che esiste una varietà di rosa che si chiama "café au lait" e che al mattino presto i fiori hanno un profumo più forte perché è quello il momento in cui gli insetti sono disponibili all'impollinazione.
Tra le tante rivoluzioni che Gianni ha portato nell’azienda c’è quella di non trattare, se non con metodi del tutto naturali, tutta una serie di piante. “C’è oggi come oggi una richiesta di fiori non trattati conseguenza di una scelta più consapevole, alcuni clienti preferiscono avere un prodotto magari non perfetto ma più sano. - ci spiega – Assolutamente non trattata è la camomilla che negli ultimi tempi ha avuto un successo strepitoso soprattutto tra i clienti più giovani, ma anche certe varietà di rose. Da qualche anno è nata una collaborazione con Dario della Gourmandise, gelateria di Monteverde, io già prima facevo delle marmellate, delle gelatine di rosa; con lui abbiamo sperimentato il gelato, una ricetta a base di latte di capra e petali di rose. Di cui vado molto fiero”.
E se è vero che da un lato sta crescendo una consapevolezza per quello che significa l’agricoltura e anche la floricultura sostenibile in una certa clientela è anche vero che il mercato è negli ultimi anni cambiato profondamente. “Vent’anni fa il fiorista veniva al mercato all’ingrosso vedeva il prodotto, decideva, acquistava; oggi la maggior parte dei clienti comprano on line e prediligono una rosa statica, che invecchia più lentamente, magari più anonima, meno interessante ma senza difetti. Per far capire la differenza tra un prodotto come quello e il mio c’è solo lo strumento della fiducia, che si è costruita negli anni, e la capacità di far capire il valore delle proprie piante e del proprio lavoro”.
La tenacia di Gianni si scontra con il maltempo, con la fatica di un mestiere imprevedibile (il giorno in cui andiamo a visitare l’azienda deve allestire un evento importante promosso dalle sorelle Fendi, all’aperto, e la pioggia non dà tregua), con la concorrenza sleale, con la fatica a trovare collaboratori. Il sabato e la domenica Camilla e Frida danno una mano al papà a Circo Massimo: “ovviamente sarei felice se proseguissero la mia attività, ma le voglio libere. Camilla a lungo ha studiato come chef pasticcera poi ha deciso che non era la sua strada e ha cambiato percorso e ora studia scienze forestali alla Sapienza. Ciò che conta è che facciano un mestiere che dia loro soddisfazione”. Come le rose per Gianni.
Tutte le immagini a corredo di questo articolo (tranne questa qui sopra, ovviamente) sono state scattate dalla fotografa di Philadelphia Kara Foran, che ringrazio dal profondo del cuore.
dove | Via San Teodoro, 74 |
aperto | Sabato e domenica (9:00-15:00) |
PARking | Via Dei Cerchi, Via San Teodoro, Via del Circo Massimo |
autoBUS |
da Termini, Linea 170 |
metro | linea B, fermate Circo Massimo, Colosseo |
info |
tel. – 06.4073090; 06.48993.204/215 – dalle 9:00 alle 14:00 |